L’Antefatto
Un mesetto fa, un mio ex compagno di scuola, degli anni del liceo, mi ha invitato su facebook a condividere in 20 giorni, le copertine di 20 album musicali che avevano avuto un grande impatto su di me (indipendentemente dall’età che avevo quando li ho ascoltati).
Il gioco prevedeva di pubblicare solo le copertine, senza dare spiegazioni, e di invitare ogni giorno un amico a fare la stessa cosa.
Ho così cominciato il gioco e l’ho portato avanti fino alla fine, ma poi…
Il problema… e la soluzione
Poi mi dico che 20 album sono troppo pochi per dare una panoramica di tutte le principali svolte della mia evoluzione di ascoltatore di musica, ed inoltre mi dispiace non poter dare un minimo di spiegazione del perché abbia scelto proprio quegli album di cui ho pubblicato le copertine.
Per questo, dopo aver scelto diversi album, a mio parere imprescindibili, che non erano rientrati nei primi 20 post pubblicati, ho deciso che sarei arrivato a 30, e che avrei poi fatto sul blog un post riassuntivo dove avrei messo insieme i vari album (in questo caso in ordine cronologico) con frasi che spiegassero che tipo di percorso ciascuno di loro ha segnato per me e, infine avrei messo un’immagine riassuntiva.
Il mio percorso

Bob Dylan ed Angelo Branduardi, due menestrelli che mi hanno insegnato l’amore per le parole nella musica, e mi hanno dato la voglia di ascoltare le canzoni fino ad impararne i testi a memoria
“Rebel Without a Clue” è stata una delle prime canzoni da studio di durata superiore agli 8 minuti che abbia imparato a memoria


Il mio primo impatto con la voglia dei gruppi rock di improvvisare ed ampliare gli assoli nelle esibizioni dal vivo. E che belli che erano gli assoli di chitarra e di pianoforte di “Tunnel of Love”…
Tutta la rabbia e l’energia in unica frase “No Retreat, baby, No Surrender…” Ed un artista che consideravo molto poco, è diventato uno dei miei preferiti di sempre.


La prima volta in cui ho visto un vinile colorato (era GIALLO!!!!, WOW!) e poi quante risate con quei testi assurdi (e mano a mano che l’età avanza mi gusto anche i vari sottointesi)
E come potevo stare indifferente alla carica di pezzi come “Hell Ain’t a Bad Place to Be”, “Bad Boy Boogie” e (soprattutto) “Whole Lotta Rosie”?


Un testo come quello di “Hallowed be Thy Name” non poteva far altro che conquistarmi completamente fin da subito. E quelle note lunghissime tenute da Bruce Dickinson sia nella parte iniziale della canzone, che sull’acuto finale… mamma mia, che brividi!
Mai i miei demoni di adolescente quattordicenne, fino ad allora, avevano trovato una colonna sonora più adatta di questo disco.


Il primo disco dei Metallica che abbia avuto modo di ascoltare, mi ha lasciato l’amore per le canzoni dall’architettura complessa, e la capacità di sognare ad occhi aperti ascoltando uno strumentale da quasi 8 minuti e mezzo (Orion è un capolavoro assoluto)
Un live mostruoso, con una serie di pezzi uno più bello dell’altro con al suo interno una cover di Roadhouse Blues da più di 9 minuti veramente esplosiva in cui suona anche, da ospite, Robbie Krieger


Fino a quando non ho ascoltato questo live, per me Ozzy era solo colui che era stato il cantante dei Black Sabbath, nonché l’autore di due dischi solisti enormi come Blizzard of Ozz e Diary of a Madman. Dopo l’ascolto ho recuperato tutti i suoi dischi e da quel momento non me ne sono perso uno.


Fidatevi. Non è un caso se ora mia moglie, e molte altre persone, mi chiamano “Il Barba”.
Fino a quel momento, gli unici esponenti del power metal che conoscevo erano gli Helloween (la cui musica non mi convinceva fino in fondo). Ma tutto è cambiato quando ho scoperto questo gruppo brasiliano.


Il momento in cui mi sono innamorato della metal opera e di tutte le sue sfaccettature.
La dimostrazione più efficace del fatto che musica metal (anche molto violenta) e musica classica sono molto più vicine di quanto non si possa credere.


Quando è uscito i Savatage erano già il mio gruppo preferito ma, ascoltando questo album, sono risalito da una crisi profonda, costellata di pensieri suicidi.
Se sono ancora vivo e felice di poter raccontare la mia vita ed il mio rapporto con la musica, lo devo alle note ed alle parole contenute in questo album
Un’unica canzone, dodici movimenti e 55 minuti di musica ininterrotti, che ho avuto l’onore di poter vedere dal vivo al Babylonia di Ponderano.
La mia passione per le suite progressive (metal o rock che siano) nasce da qui.


Quando mi sono accorto che anche il metal estremo poteva mischiarsi con la musica classica senza perdere un’oncia della sua identità.
Dopo anni in cui il livello di distorsione e di intensità sonora è sempre stato dal medio-alto in su, è stato molto bello innamorarsi di nuovo di sonorità più soffuse e meno aggressive…


…ma d’altra parte anche la belva della furia iconoclasta sa nutrire i suoi adepti.
L’album con cui ho aperto i miei orizzonti anche alla musica etnica.


Sentire Sharon Den Adel cantare “In Perfect Harmony” ha tutte le caratteristiche dell’esperienza mistica.
Il Black Metal è stato un altro di quei generi che, per molti anni, non mi ha mai convinto del tutto ma, quando ho sentito come gli Opeth lo hanno declinato in questo album, questo genere estremo è stato fatto risplendere in tutta la sua luce oscura ed è riuscito a conquistare anche me.


Ascoltando distrattamente questo album mentre facevo i mestieri di casa, quando ho sentito quel verso della canzone “Bravado”, mi sono letteralmente bloccato, come se avessi sbattuto contro un muro invisibile.
Quello è stato il momento in cui ho deciso di approfondire per bene la conoscenza del mondo dei Rush… e ho trovato un gruppo che si è piazzato al secondo posto delle mie preferenze tra i musicisti di tutti i tempi, che ho avuto modo di ascoltare.
La riscoperta della musica cantata in dialetto (in questo caso dialetto laghee). Perché la poesia non è solo aulica, ma anche quella dell’uomo comune che canta dei suoi ricordi, dei suoi sentimenti, e anche dei suoi vizi.


Una delle scoperte più belle degli ultimi anni: un manipolo di musicisti di gruppi Thrash Metal e Death Metal della scena Centro/Nord Europea che hanno deciso di rendere omaggio alla musica rock e dance degli anni ’70 e soprattutto ’80, e sono riusciti a riscriverla con una freschezza ed una spontaneità veramente eccezionale.
E ancora oggi, se visualizziamo il percorso intero, ci troviamo davanti una spirale in espansione che ancora non so dove potrà andare a finire.

Categorie:Musica, Vibrazioni sonore
Ciao! Sono lontana anni luce da questo genere di musica…
Mi sono attaccata alla musica pop degli anni 80 dei Duran Duran e synthpop degli A-ha, per entrambi come una cozza agli scogli, e da lì non riesco a staccarmi neanche adesso, anche perchè suonano ancora in modo stupendo (almeno per me).
In effetti mio marito spazia abbastanza con la musica, e mi rimprovera sempre di essere a senso unico.
Pazienza 😉
"Mi piace""Mi piace"