Martedì, mentre navigavo su alcuni siti di musica metal, quali metalitalia e metallus mi imbatto in una foto di una faccia che conosco: quella di Andre Matos, ex cantante degli Angra e degli Shaman, che ha anche collaborato col progetto Avantasia di Tobias Sammet.
Vedo scritte le parole, ma ne afferro il significato solo dopo qualche secondo, tanto la notizia mi lascia sbigottito: Andre Matos era morto pochi giorni prima per un attacco cardiaco a 47 anni.
Leggo nell’articolo che solo cinque giorni prima della sua morte era sul palco, proprio insieme a Tobias Sammet, che partecipava al tour degli Avantasia per il loro ultimo album e la botta mi investe come un treno.
Riesco a pensare solamente che quel ragazzo non potrà più esibirsi su un palco, per renderci partecipi delle sue emozioni con la sua voce potente e cristallina, e non potrà più coinvolgerci nei suoi mondi musicali, come quando ha contribuito a comporre, specie con gli Angra, dei veri e propri capolavori.
Ho avuto la fortuna di vederlo esibirsi dal vivo, sempre con gli Angra, per ben tre volte e, nell’ultima di queste, durante il tour di Fireworks, ho avuto modo di assistere ad un meet ‘n’ greet con tutto il gruppo, che si è reso disponibile, dopo più di due ore di concerto, a parlare con alcuni elementi del pubblico ed a firmare autografi, e mi porto dentro il ricordo di questo ragazzo che sul palco aveva incantato tutti con la sua energia, la sua voce ed il suo trasporto e pochi minuti dopo la fine del concerto, calmo e sorridente, che nel backstage parlava e firmava autografi senza il minimo segno di “atteggiamento da rockstar”.
Ci sono artisti che ti segnano e lui, per me, è stato senz’altro uno di quelli. Addio Andre, e grazie per tutte le emozioni che hai saputo regalare a me, e a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di sentirti cantare.
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