Introduzione
Avete presente quelle volte in cui, nel cuore della notte, aprite gli occhi senza sapere bene il perché, vi sentite svegli come grilli e, guardando l’orologio, vedete che sono appena le 4 e mezza di mattina?
È stata proprio in una di quelle nottate che, avendo ancora poco più di un’ora prima che la sveglia suonasse per ricordarmi che avevo un altra giornata in cui dovevo andare in ufficio, ho deciso di alzarmi dal letto e accendere la televisione per vedere se ci fosse qualcosa che potesse interessarmi vedere per passare un po’ il tempo e, scanalizzando, capito su un episodio di una serie poliziesca che, da subito, riesce a coinvolgermi.
Poco prima che suoni la sveglia, inizia un altro episodio e così ho modo di vedere il titolo della serie, che è “Flashpoint”.

Di Cosa Parla
La serie racconta le storie di una squadra di elite della polizia di Toronto “L’Unità di intervento strategico”, che di fatto è una squadra associabile alle squadre di pronto intervento in stile S.W.A.T. ma il tipo di racconto che ne fa è molto diverso da quello che si vede nei telefilm e nei film statunitensi, dove l’accento viene messo sull’azione di forza.
Infatti, in questa serie, i personaggi che fanno della squadra sono anche rappresentati ed approfonditi dal punto di vista umano, mettendo l’accento su come reagiscono a livello emotivo alle scelte che devono compiere durante l’azione e su come ne affrontano le conseguenze. Inoltre viene subito chiarito che, nell’affrontare la situazione di emergenza in cui sono chiamati ad intervenire, l’azione con forza letale è (e deve sempre essere) l’ultima della opzioni possibili, che viene percorsa solo nel caso in cui tutti i tentativi di negoziazione vadano a vuoto.
Infine, nell’insieme degli episodi di ogni singola stagione, si vede una trama orizzontale (ovvero una serie di elementi che legano in maniera più o meno stretta i vari episodi tra loro) che porta i vari protagonisti ad evolversi sotto più punti di vista.
La struttura della serie e delle puntate
La serie è composta da 5 stagioni, per un totale di 75 episodi. Di questi 75 episodi, 71 sono autoconclusivi, mentre l’episodio finale della terza stagione e il primo della quarta stagione da una parte, e i 2 ultimi episodi di tutta la serie dall’altra, sono le uniche due storie che vengono sviluppati su due episodi.
La puntata tipica di Flashpoint, inizia nel pieno della situazione di emergenza, con la Squadra 1 già sul posto e in un momento critico. In questo frangente, che dura mediamente tra 1 e 2 minuti, si arriva ad una sequenza particolare, dove l’inquadratura si blocca e poi si hanno 5 secondi in cui si vede un effetto in stile “riavvolgimento veloce indietro”, che porta al momento in cui inizia la storia dove, mentre le scene iniziali vanno avanti, una didascalia ci informa sulla finestra di tempo che intercorre tra il punto della storia in cui siamo, ed il punto che abbiamo visto ad inizio episodio. Cosa significativa di questa didascalia è che l’ordine di grandezza in cui viene espresso il tempo non sono mai i giorni, ma sempre le ore, a rimarcare il breve lasso di tempo in cui viene a svilupparsi la crisi in cui la squadra viene chiamata ad intervenire.
Da quel momento il racconto procede in maniera lineare arriva al momento critico in un tempo variabile, e poi procede fino alla soluzione della crisi, che porta poi al finale della storia.
I punti di forza della serie.
Questo porta a ciò che è il cuore di tutta la serie, ovvero: il racconto della crisi, dove per crisi si intende quel tipo di situazione capace di portare un essere umano oltre i limiti della legge e della morale, e il punto centrale delle storie è cercare di capire se, ed eventualmente come, una persona portata dentro una crisi da eventi estremi possa uscirne.
Infatti la storia si svolge sempre su più livelli:
- Il primo è il racconto del coinvolgimento della persona (o delle persone) negli eventi che causano lo scatenarsi della crisi. Si vede l’escalation emotiva che porta chi scatena l’evento critico, o come viene definito questo tipo di personaggio dalla squadra “il soggetto”, a agire in quel modo, e o vengono fatti vedere, o vengono fatti raccontare dal soggetto durante l’intervento della squadra nella crisi, gli eventi che hanno portato il soggetto al crollo emotivo.
- Il secondo è il racconto che riguarda gli elementi della squadra, sia dal punto di vista di come agiscono all’interno della situazione di emergenza, sia da quello di come si preparano per affrontare il tipo di situazioni in cui si trovano coinvolti. C’è quindi il racconto di gestione della crisi in sé, dove si intrecciano discorsi tattici sia riguardo alla negoziazione, sia riguardo all’intervento, ma c’è anche il racconto di come loro si allenino, sia fisicamente che a livello psicologico per essere pronti a fare ciò che devono.
- Il terzo è quello che riguarda le conseguenze delle scelte fatte nel corso dell’episodio, sia per quanto riguarda i soggetti, sia per quanto riguarda i membri della squadra. Questo, tra l’altro, è il livello che umanizza maggiormente sia i personaggi coinvolti nelle storie, che i protagonisti della serie, perché si rende esplicito sia l’analisi che la squadra fa della situazione affrontata (specie se la soluzione della crisi non è stata ottimale), sia l’impatto emotivo delle scelte fatte.
- Il quarto e ultimo livello è quello che crea la trama orizzontale all’interno della serie, che è composto dal modo in cui i membri della squadra interagiscono al di fuori dell’azione, da un lato fra di loro e dall’altro come ciascuno di loro viva l’equilibrio fra vita lavorativa e vita privata, e dalle eventuali ripercussioni di azioni svolte in episodi precedenti, sulla narrazione di episodi successivi.
Questi ultimi due livelli non sono sempre entrambi presenti in tutte le puntate, ma il modo in cui vengono inseriti all’interno delle varie stagioni della serie, rende il tutto molto più umano e coinvolgente.
Un’altra cosa molto bella è vedere come l’obiettivo della squadra non sia quello di “fermare il criminale a qualunque costo”, ma sia quello di cercare in tutti i modi di far sì che la crisi si risolva con il minor danno possibile, cercando sempre di risolvere la situazione senza che debba venir ucciso qualcuno.
Vale la pena dire che questa serie è stata realizzata, basandosi su una particolare unità di intervento, realmente esistente, della polizia di Toronto, e sotto la supervisione di persone che hanno avuto a che fare con quel tipo di lavoro, cosa che ne ha aumentato il realismo. Realismo che risulta molto forte anche nella descrizione dei soggetti e delle loro azioni, dove si percepisce sempre che torti e ragioni non stanno mai sempre da una parte sola e dove, spesso, ti trovi tu stesso a pensare “e se fossi io, a trovarmi in una situazione del genere, cosa farei?” o, in certi casi, ti ritrovi addirittura a sperare che il soggetto riesca ad ottenere ciò che vuole, perché la crisi nasce da un’ingiustizia subita.
Ultima ciliegina sulla torta, poi, il fatto che in diverse puntate, nel momento finale, le scene siano sempre accompagnate da delle canzoni il cui testo, di fatto, ha forti riferimenti con quello che potrebbe essere una sintesi delle emozioni e dei fatti descritti lungo tutto l’episodio.
In conclusione.
Trovo che questa serie una tra le migliori che abbia mai avuto modo di vedere, e la consiglio vivamente a chiunque piacciano i telefilm polizieschi dal taglio drammatico. L’unico inconveniente è che non esistono DVD della serie che abbiano le puntate doppiate in italiano, per cui o ci si rivolge ai DVD in lingua originale, o si spera di trovarla su qualche piattaforma online, o di vederla in chiaro (l’ultima volta è stata mandata su Rai 4, anche se alcune puntate della serie sono state trasmesse in ordine un po’ casuale).
Se avrai modo di vederla (o se l’hai già vista) e vuoi farmi sapere cosa ne pensi, mi farà piacere parlarne.
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