Gli Album

Ayreon, gli album da studio parte 3

1998: INTO THE ELECTRIC CASTLE

LA SCALETTA

Disco 1

  1. Welcome to the New Dimension [3:05]
  2. Isis and Osiris [11:11]
    1. Let the Journey Begin
    2. The Hall of Isis and Osiris
    3. Strange Constellations
    4. Reprise
  3. Amazing Flight [10:15]
    1. Amazing Flight in Space
    2. Stardance
    3. Flying Colours

  1. Time Beyond Time [6:05]
  2. The Decision Tree (We’re Alive) [6:24]
  3. Tunnel of Light [4:05]
  4. Across the Rainbow Bridge [6:20]

Disco 2

  1. The Garden of Emotions [9:40]
    1. In the Garden of Emotions
    2. Voices in the Sky
    3. The Aggression Factor
  2. Valley of the Queens [2:25]
  3. The Castle Hall [5:49]
  4. Tower of Hope [4:54]
  5. Cosmic Fusion [7:27]
    1. I Soar on the Breeze
    2. Death’s Grunt
    3. The Passing of an Eagle
  6. The Mirror Maze [6:34]
    1. Inside the Mirror Maze
    2. Through the Mirror
  7. Evil Devolution [6:31]
  8. The Two Gates [6:28]
  9. “Forever” of the Stars [2:02]
  10. Another Time, Another Space [5:20]

LA STORIA

Otto personaggi, provenienti da luoghi differenti e epoche storiche differenti l’uno dagli altri, si ritrovano tutti in una dimensione al di là del tempo e dello spazio. In questa dimensione una voce li avvisa che potranno avere la possibilità di ritornare alla loro casa, solo se riusciranno a viaggiare attraverso i pericoli di questa dimensione, a trovare il “castello elettrico”, luogo comunque non privo di insidie, e a superare le prove a cui saranno sottoposti sia durante il viaggio, che nel castello.

Partendo da questo fatto, la storia si dipana attraverso le interazioni dei personaggi, che devono far quadrare tutte le differenze che ci sono fra di loro e la descrizione del viaggio dove non tutti riusciranno a sopravvivere e a tornare a casa sani e salvi…

LA FORMAZIONE

N.B. la presenza di testo in parentesi a fianco di un cantante o di uno strumentista, indica le canzoni in cui è intervenuto rispetto al suo ruolo; l’assenza di testo in parentesi indica che ha mantenuto quel ruolo, o suonato quello strumento, per tutte le canzoni del disco.

Cantanti e Ruoli

  • Peter Daltrey [La Voce]
  • Fish [L’Highlander]
  • Damian Wilson [il Cavaliere]
  • Edwin Balogh [l’Antico Romano]
  • Anneke Van Giersbergen [l’Antica Egizia]
  • Jay Van Feggelen [il Barbaro]
  • Arjen Anthony Lucassen [l’Hippie]
  • Edward Reekers [l’uomo del Futuro]
  • Sharon Den Adel [la Pellerossa]

Strumentisti

  • Arjen Anthony Lucassen: Chitarre elettriche, chitarre acustiche, mandolino, minimoog, mellotron e tastiere
  • Ed Warby: Batteria
  • Roland Bakker: Organo Hammond
  • Robby Valentine: Pianoforte
  • Ernő Oláh: violini
  • Taco Kooistra: Violoncelli
  • Jack Pisters: Sitar

Strumentisti con parti specifiche

  • Robby Valentine: assoli di sintetizzatore [Let the Journey Begin; Amazing Flight in Space; Tower of Hope; Inside the Mirror Maze]
  • Rene Melkerbach: assoli di sintetizzatore [The Decision Tree (We’re Alive); Evil Devolution] e clavicembalo [Valley of the Queens]
  • Clive Nolan: assolo di sintetizzatore [Flying Colours]
  • Ton Scherpenzeel: assoli di sintetizzatore [The Passing of an Eagle]
  • Thijs Van Leer: flauto [Flying Colours; Time Beyond Time, Valley of the Queens, The Castle Hall]

Con questo terzo album c’è un cambiamento di orizzonte notevole negli artisti che accettano di parteciparci. Il nome più d’impatto è senz’altro Fish, già cantante nei Marillion, ai tempi dei primi album e, in particolare, del capolavoro “Misplaced Childhood”, ma la presenza contemporanea nell’album di personaggi del calibro di Thijs Van Leer (cantante, tastierista e flautista di una band di culto del progressive anni ’70 come i Focus) di Clive Nolan, tastierista della band inglese Pendragon, attiva nel progressive fin dal 1986, e di Peter Daltrey (artista attivo fin dalla fine degli anni ’60 con la band Kaleidoscope e poi con una fiorente carriera solista), danno una dimensione decisamente più internazionale e di maggior rilievo rispetto alle uscite precedenti.

In aggiunta a questo, il cambio di struttura dell’opera che porta Arjen ad associare ad ogni cantante una parte che si inquadra in un personaggio preciso e univoco, da un’impostazione ancora più definita e teatrale, cosa che rende anche più chiaro lo svolgimento della storia.

Infine, proprio con questo album, inizierà il sodalizio col batterista Ed Warby che diventerà, di fatto, l’unico altro membro fisso del progetto.

LA RECENSIONE

Il monologo iniziale di Peter Daltrey, mette subito in chiaro l’atmosfera straniante che ci accompagnerà lungo tutto l’album, con una recitazione molto asettica e soffusa, che rende benissimo l’idea dell’osservatore imparziale che assegna una missione a dei protagonisti, ma che non ha il benché minimo interesse ad intervenire perché le cose vadano al meglio. Durante il monologo, le musiche partono dalle atmosfere più elettroniche e soffuse, per arrivare alle parti più epiche e solenni, nel momento in cui si stabilisce il compito dei poveri malcapitati.

Dalla successiva canzone “Isis and Osiris”, le musiche si alternano in modo da creare le atmosfere più adatte, sia alla situazione che viene descritta nella storia, sia al personaggio che, in quel momento sta parlando. Dalla paura dell’ignoto tipica dei personaggi dell’antichità, alla visionarietà in stile figlio dei fiori del personaggio Hippie, passando per la nobiltà d’animo del cavaliere medievale, la fierezza dell’highlander, o per la furia selvaggia del barbaro, fino ad arrivare al punto in cui la morte stessa diverrà protagonista, i momenti acustici, elettrici ed elettronici, si rincorrono, si fondono e si alterno a creare un affresco che si arricchisce mano a mano che la storia va avanti.

Le interpretazioni dei vari cantanti, inoltre, si dimostrano di livello assoluto, sia nei momenti in cui vi è una parte solista, sia quando ci sono dei duetti, o delle parti corali, dove intervengono tutti assieme ad aumentare l’aura di solennità che circonda quei momenti.

Un album che è un viaggio splendido attraverso le emozioni delle persone messe di fronte all’ignoto.

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