Musica

Live Beneath the Waves pt 1: l’esperienza Tilburg

Premessa

L’Annuncio dell’evento

È il 13 ottobre 2022, ed io sono a casa collegato in remoto all’ufficio con il computer portatile dell’azienda per cui lavoro per una delle solite giornate di telelavoro quando, alle 15.02 mi arriva una mail.

Appena vedo il destinatario la apro al volo e, la prima immagine che vedo, mi cambia del tutto la giornata!

L’immagine che mi ha cambiato la giornata. [foto tratta dal sito ufficiale degli Ayreon; grazie ad Arjen per avermi dato il permesso di pubblicarla]

In quel preciso momento, infatti, ho ricevuto ben 3 notizie splendide:

  1. Dopo 4 anni il progetto Ayreon avrebbe di nuovo tenuto uno show dal vivo
  2. Lo show sarebbe stato incentrato su un album che, per quello che riguarda la loro discografia, è uno dei miei preferiti, nonché l’impresa più epica che Arjen ha provato a fare perché, in quell’album, ha chiamato la bellezza di 17 (sì, hai capito bene: DICIASSETTE) cantanti (chi volesse saperne di più sull’album può vedere la scheda che ho scritto proprio su questo blog)
  3. Avevo avuto l’avviso in sufficiente anticipo sia per organizzarmi per la prevendita, sia per chiedere i giorni di ferie necessari per partecipare all’evento.

La prevendita

Arriva il 27 ottobre e, quando inizia la prevendita dei biglietti io, pur avendo cercato di acquistare il biglietto poco dopo l’apertura della prevendita, risulto essere oltre il numero 5000 in coda (ogni show tiene un massimo di 3000 posti). Tutti i biglietti VIP (che davano la possibilità di entrare un’ora prima degli altri e di avere una borsa con alcuni gadget personalizzati) erano già prenotati per tutti e tre gli show. Io riesco a trovare un biglietto regolare per lo show di domenica sera e, pochi minuti dopo, tutti i biglietti per i 3 spettacoli previsti sono andati esauriti.

A questo punto Arjen annuncia su facebook che hanno aperto le prevendite per un 4° spettacolo, da organizzare la domenica nel primo pomeriggio.

Mi rimetto in coda per acquistare il biglietto anche per il mio amico, e riesco a prenderglielo al pelo perché, pochi secondi dopo il mio acquisto, anche il 4° spettacolo per cui è stata aperta la prevendita va tutto esaurito.

Vista la mole di richieste ancora non soddisfatte, però, Arjen fa aprire la prevendita per un 5° spettacolo da organizzarsi nel primo pomeriggio del sabato. Morale:

In quel momento mancavano ancora 323 giorni all’inizio del primo degli show e 325 giorni all’inizio dello show per cui avevo trovato i biglietti per me e per il mio amico, ma ero già in modalità “bimbo felice”.

Il significato dell’espressione “esperienza Tilburg”

Per far capire cosa sia realmente ciò che io ho definito “esperienza Tilburg”, devo parlare di quello che era successo la volta precedente in cui Arjen Anthony Lucassen aveva organizzato un evento dal vivo allo 013 Poppodium di Tilburg (la sala concerti in cui aveva già organizzato gli eventi del 2017 e del 2019). Per l’occasione i 12000 biglietti disponibili erano andati esauriti in poco più di 48 ore solo perché:

  1. Coloro i quali avevano acquistato prima del 24/10/2018 una delle edizioni del ventennale dell’album “Into the Electric Castle” pubblicate in quell’anno, avevano diritto di accedere alla prevendita con 48 ore di anticipo
  2. Coloro i quali si erano iscritti alla mailing list del sito di Arjen Anthony Lucassen prima del 24/10/2018, avevano diritto di accedere alla prevendita con 24 ore di anticipo
  3. Per tutti gli altri la prevendita si sarebbe aperta il 26/10/2018 alle ore 10 del mattino

Anche per l’evento legato ad “Into the Electric Castle” erano previsti 3 spettacoli, ma Arjen ne ha aggiunto un 4° perché stavano rischiando di arrivare all’apertura ufficiale della prevendita senza più biglietti disponibili.

Tra il 13 ed il 15 settembre 2019, nella cittadina olandese di Tilburg, si sono riversate 12000 persone appassionate di musica e provenienti da 64 nazioni differenti, tra cui anche persone che arrivavano da Australia e Nuova Zelanda, il tutto a creare un’atmosfera magica in una città che si era trasformata per accogliere questa folla variegata nel miglior modo possibile.

Tra il 15 ed il 17 settembre 2023, in quella stessa cittadina, sarebbero arrivate 15000 persone appassionate di musica e, ne ero sicuro, la magia si sarebbe ripetuta.

15/09/2023.

Sono le 6:58 di mattina. Io sono fuori dal portone di casa che aspetto il mio amico per partire alla volta di Tilburg e so già che ci divertiremo un sacco. Dopo 4 minuti mi arriva un suo messaggio in cui mi avvisa che sta facendo carburante e poi arriverà. Lo aspetto e, quando arriva, nel giro di pochi minuti si parte.

Anche questa volta passiamo per la Svizzera e, se la volta precedente il navigatore ci ha portati verso un tunnel svizzero in cui, per passare, dovevi far salire la macchina sul treno, questa volta non passiamo più da quel luogo, ma troviamo il traforo del Gottardo chiuso e quindi ci tocca fare il passo.

Poco prima del passo del Gottardo ci fermiamo per una prima pausa, ed il panorama merita assolutamente delle foto, anche con le nuvole che si addensavano sopra la zona.

Il panorama dal passo del Gottardo verso valle…
…e verso monte

il viaggio, come sempre quando siamo coinvolti io e Marco, scorre tra discorsi vari e musica proposta da ciascuno dei due per l’altro mentre il tempo e i chilometri scorrono. Intorno alle 22:15 siamo in albergo dove possiamo rilassarci un attimo prima di uscire a cercare qualcosa da mangiare, ed è qui che troviamo l’unica brutta sorpresa del nostro soggiorno olandese: se capitate a Tilburg, non fatevi mai venire fame dopo le 22 – 22:30, perché è vero che i locali sono tutti aperti, ma le cucine sono tutte chiuse!

Rifugiatisi, quindi nell’unico locale con cucina aperta, ovvero il più classico dei fast food, mangiamo qualcosa e poi andiamo a dormire, in attesa di iniziare la giornata successiva.

16/09/2023

Il mio programma della giornata

Alle 10:30 del mattino di sabato è prevista un’esibizione in acustico di Mike Mills nella parte del teatro che era stata adibita a negozio del merchandise, che apriva alle 9:00, per cui la mia giornata inizia abbastanza presto, perché voglio essere certo di riuscire sia a prendere un bel po’ di cose al negozio e poi gustarmi anche l’esibizione. Dopodiché, l’idea è quella di andare a fare razzia in un negozio di dischi per poi ritrovarmi con Marco e vedere cosa combinare nel resto della giornata.

La magia di Ayreon City.

Camminare per Tilburg nei fine settimana dedicati ai concerti degli Ayreon è un’esperienza magica sia perché la città si trasforma letteralmente per accogliere la folla che arriva da ogni parte del mondo per vedere uno o più dei suoi concerti, sia per il fatto che riesci SEMPRE a riconoscere con un semplice sguardo chi è lì per il concerto e non importano le differenze, di qualunque natura siano, la cosa più naturale è sempre quella di scambiare quattro chiacchiere, od anche solo una battuta od una domanda-risposta sapendo che, quando ciascuno di noi tornerà a casa propria, avremo tutti quanti una nuova esperienza in comune.

L’arrivo al negozio del merchandise e lo show di Mike Mills

Quando arrivo al teatro, entrato nel percorso che conduce al negozio, vedo una serie di foto ritraenti sia le copertine di alcuni album degli Ayreon, sia immagini del concerto di “Electric Castle Live and Other Tales”, cosa che mi fa emozionare fin da subito (queste sono due foto con alcune delle immagini che si trovavano in quella sala).

Immagini da Ayreon Universe e da Electric Castle Live
Le copertine degli album del 2013 (the Theory of Everything) e del 2008 (01011001)

L’entrata nella sala dove è stato messo l’Ayreon Pop Up Store è alquanto impressionante ed io non mi lascio scappare l’opportunità di fare una discreta razzia

il risultato della razzia all’Ayreon Pop Up Store fotografato una volta tornato a casa.
il retro delle magliette comprate

Quando, alle 10.30, si alza il sipario, Mike Mills è già sul palco ed inizia a parlare al pubblico come se stesse presentando un altro elemento che avrebbe dovuto salire sul palco di lì a poco dicendo: “mi raccomando, fate un bell’applauso anche al mio amico. Anche lui arriva dall’Australia. Ecco a voi….. MIKE MILLS!!!” al che le luci sul palco si spengono e lui esce e rientra sul palco tra l’ilarità generale, mentre le luci si riaccendono.

Lo show dura 30 minuti in cui Mike Mills suona alla chitarra acustica le canzoni della sua band (i Toehider) che non conosco, ma che mi coinvolgono molto (ahhh Mike, peccato tu non abbia portato anche i tuoi CD da vendere, li avrei presi al volo) con, nel mezzo anche un paio di siparietti divertenti con il pubblico:

Nel primo, subito dopo il termine del pezzo di apertura, Mike si mette ad accordare la chitarra, guarda verso il pubblico dicendo “Ci sono artisti che, mentre accordano la chitarra, raccontano storie: io non sono tra quelli! Voi dovete solo ascoltare!”

Nel secondo, quando dal pubblico si alza la richiesta di fare un pezzo tratto da una delle sue collaborazioni con Ayreon, lui risponde “No! Adesso dovete sentirvi le mie canzoni, di Ayreon ne avrete in abbondanza dopo!” salvo poi, come ultimo pezzo dello spettacolo, tirare fuori una versione acustica di “The Theory of Everything Part 1” che strappa applausi e controcanti a scena aperta.

Esco da lì già pienamente soddisfatto sia dagli acquisti che dall’esibizione di Mike Mills e, prima di dirigermi verso il negozio di dischi che avevo in mente, mi fermo in un pub di fronte alla sala per concerti per bermi qualcosa, ovvero una bottiglia di acqua gasata visto che sono astemio, ma ho la conferma che, in Olanda, l’acqua in bottiglia (gasata o naturale che sia) te la fanno pagare a peso d’oro (6,50 € per una bottiglia da 75 cl).

In quel momento, in quel pub, io ancora non lo sapevo, ma si stavano ponendo le basi per quello che sarebbe successo più tardi quel pomeriggio.

Tavolo pericoloso (il prodromo)

Sono al pub di fronte alla sala concerti, che mi sto rilassando e, ad un certo punto, c’è uno scambio di battute tra me ed una coppia che stava in un tavolo poco distante in cui raccontiamo se avessimo già visto il concerto (loro lo avevano visto la sera prima, io, invece, avrei visto l’ultimo spettacolo della domenica sera) e da dove fossimo arrivati per vedere gli Ayreon dal vivo (loro erano Olandesi e venivano da Rotterdam) quando sentono che io arrivavo dall’Italia, mi dicono che arrivavo da lontano, ma io ribatto che, proprio la sera prima, avevo scambiato due chiacchiere con una ragazza che arrivava da New York.

Nel sentire questa affermazione, un ragazzo al tavolo di fianco alla coppia olandese, entra nel nostro discorso dicendo di venire dal Brasile.

Chiacchieriamo, quindi, del più e del meno ancora per qualche minuto dopo di che mi alzo, pago e mi dirigo verso il negozio di dischi in cui avevo deciso che avrei fatto acquisti.

Visita a Tilburg: convalidata!

Ormai da anni esiste UNA cosa che mi fa dire “anche questa città, l’ho visitata!”: entrare in un negozio di dischi, scartabellare per un bel po’ alla ricerca di dischi che dalle mie parti, di norma, non trovo ed uscirne con un acquisto importante. Entro quindi nel negozio in cui già ero stato nel 2019 e mi appresto a guardarmi per bene attorno.

Col passare del tempo, e dei miei scartabellamenti vari nelle varie aree tematiche del negozio, aumenta il numero di album che tengo fra le mani. Tra album che tiro fuori ed album che rimetto a posto, arriva un momento in cui decido di giocarmi la carta “coinvolgi il negoziante”, per cui gli chiedo se conosca degli artisti locali che si sente di consigliarmi.

I consigli del negoziante: Eye of the Hurricane di Ilse Delange; Struggle for Pleasure di Wim Mertens; Big Tear di Pitou

Prendendo quei tre album, mi accorgo di essere arrivato, all’incirca, al budget che mi ero dato e quindi esco dal negozio soddisfatto con tutti gli acquisti fatti dicendo: “questo sì che è fare shopping”.

Il bottino della razzia nel negozio “Sounds Tilburg”…
…ed il suo spessore

Uscito dal negozio, mi siedo su una panchina poco distante ad aspettare Marco, che mi stava raggiungendo, gli mostro gli acquisti fatti, dopodiché ci mettiamo alla ricerca di un posto dove mangiare qualcosa.

Mentre camminiamo e chiacchieriamo, commentando quello che stiamo vedendo, siamo di nuovo nella zona della sala concerti e, allora, decidiamo di andare al pub lì di fronte dove, mi accorgo, la coppia olandese con cui avevo già parlato era ancora lì, mentre il ragazzo brasiliano se ne era già andato.

Tavolo pericoloso (il pomeriggio epico)

Ci sediamo al tavolo e cominciamo sia a chiacchierare fra noi ed anche a scambiare battute con la coppia olandese (i cui nomi scopriamo essere Ronald e Bianca) fino a quando decidiamo di invitarli al nostro tavolo e lì parte una serie di chiacchiere, battute e citazioni di canzoni (sia parlate che cantate), tra giri offerti reciprocamente, risate e commenti mentre Marco tira fuori la frase “This is a dangerous table” (questo è un tavolo pericoloso) che verrà ciclicamente ritirata fuori ogni volta che uno scambio di battute diventa molto azzeccato.

Ad un certo punto, mentre noi si sta parlando di musica e Ronald cita anche il gruppo dei Marillion, alle mie spalle sta passando un’altra coppia che deve avere fatto un cenno verso Ronald perché Ronald si rivolge al ragazzo chiedendogli se conoscesse i Marillion. Nel frattempo io mi giro, vedo la sua maglietta e gli sento rispondere: “Io sono il cantante in una band di tributo ai Marillion”.

Quando chiediamo loro di dove siano, rispondono “Italia” e si sentono rispondere in stereo da me e da Marco un “ciao” e facciamo che invitare anche loro al nostro tavolo.

Di lì a pochissimo, il dialogo e scambio di battute si eleva a potenza ed il tempo passa rapidissimo visto quanto ci si sta divertendo. Mentre andiamo avanti a parlare, scopriamo un po’ di cose:

  • I nomi della coppia italiana che si è unita a noi sono Marco e Silvia
  • Ronald, a casa sua, ha delle casse talmente potenti che, se dai loro appena un po’ più del volume normale, ti fa tremare anche i doppi vetri di casa.
  • Il padre di Ronald è un grandissimo fan di Albano e Romina e Marco e Silvia (due italiani) sono dovuti arrivare fino a Tilburg in Olanda per scoprire l’esistenza della canzone “Sempre Sempre” di Albano e Romina grazie ad un Olandese
  • Mr. Punch non può stare senza Ms. Judy
  • Secondo Ronald, la mia voce assomiglia a quella dell’anziano della “Kelly Family” (gruppo folk composto da elementi di diverse generazioni di un’unica famiglia di cui, tra l’altro, non conoscevo neppure l’esistenza)
  • Marco ci ha detto che, durante lo show del 2019 dedicato ad Into the Electric Castle, il momento dedicato a Fish è stato organizzato suo malgrado. Infatti Fish aveva chiesto una cosa: “fatemi cantare qualsiasi cosa, TRANNE Kayleigh”. Cosa gli hanno fatto cantare? KAYLEIGH!
  • Marco e Silvia avevano i biglietti per lo spettacolo di quella sera per cui, allo stesso tavolo, stavano seduti
    • due persone che avevano visto lo spettacolo del Venerdì sera (Ronald e Bianca)
    • due persone che avrebbero visto lo spettacolo del Sabato sera (Marco e Silvia)
    • una persona che avrebbe visto lo spettacolo della Domenica pomeriggio (Marco)
    • una persona che avrebbe visto l’ultimo spettacolo della Domenica sera (il sottoscritto)
  • Praticamente in 6 persone avremmo coperto 4 dei 5 spettacoli organizzati in quei giorni.
  • Un piatto tipico olandese sono una sorta di polpettine dalla consistenza quasi cremosa, che non erano niente male
  • Nessuna delle persone che ha partecipato ad uno spettacolo ha mai anticipato a chi non ci era stato cosa sarebbe successo nel concerto, proprio per non rovinare la sorpresa
  • Spesso, nelle nostre chiacchiere, sfruttavamo citazioni da canzoni per collegare argomenti e battute
  • Senza neanche accorgercene, siamo stati lì da poco dopo mezzogiorno e mezza fino quasi alle sei e mezza di sera quando un acquazzone ha deciso per noi che era meglio tornare in albergo.

L’ennesima riprova del potere della musica: mette in risonanza persone del tutto sconosciute tra loro e crea un territorio comune da cui è facile far nascere nuove amicizie.

17/9/2023

Lo show di Wudstik

Come per il giorno precedente, nella sala del negozio del merchandise è previsto uno show acustico di 30 minuti, questa volta con protagonista Wudstik.

Quando si alza il palco, Wudstik incomincia a parlare al pubblico raccontando di una serata avvenuta una settimana prima in cui era tutto tranquillo, con lui mezzo addormentato, fino a quando non riceve una telefonata da Arjen (ed inizia a raccontare della telefonata sia usando la propria voce, che imitando quella di Arjen stesso)

Hey, sono Arjen
“Ciao Dimmi”
Sai che facciamo un pop up store
“Bella idea”
Mi è venuto in mente di organizzare degli show acustici nell’area dello store
“Grande idea”
Ho pensato che tu potresti cantare un paio dei tuoi pezzi in olandese
“Una paio? Uhm sì, perché no?”
Dai ok, organizzati per una mezz’ora di spettacolo. Ciao!

CLICK

Al che, rivolgendosi a noi, fa: “30 secondi dopo mi ha colto il panico! Avevo accettato di fare 30 minuti di show acustico avendo solo una settimana di tempo per prepararmi!”

Ovviamente noi ci siamo messi a ridere e Wudstik inizia a suonare canzoni di cui non capisco il testo, anche se prima di cantarle, ne presenta il contenuto, ma mi danno gran belle sensazioni e chiude lo show eseguendo in acustico la canzone E=mc2 tratta proprio da “01011001” con una compagna salita sul palco apposta per duettare con Wudstik (persona che poi ho scoperto essere quella Marjan Welman che duetterà proprio con Wudstik nella stessa canzone durante il concerto)

Alla fine della canzone, poi, Wudstik ringrazia sentitamente Marjan perché, se lui aveva avuto ben 7 giorni di tempo per prepararsi, lei aveva avuto meno di 24 ore.

Una strana rivincita

Finito lo show acustico, Marco va a comprare un po’ di cose al bancone del pop up store, mentre io esco e vedo, di fianco alla sala concerti, un temporary shop di Damian Wilson e, di colpo, la memoria torna al settembre del 2019.

Sempre io e Marco eravamo ancora a Tilburg, per lo show degli Ayreon “Electric Castle Live and Other Tales” e, mentre eravamo in coda per entrare allo spettacolo del venerdì sera, io avevo visto il temporary shop di Damian Wilson e mi ero ripromesso di passare a farci un salto dopo il concerto. Solo che, dopo il concerto, nel tempo in cui siamo usciti dalla sala, il negozio era già chiuso! E, visto che saremmo partiti la mattina dopo sul presto, mi era rimasta la voglia di farci una delle mie razzie.

Visto che il negozio esisteva ancora, ed era aperto, mi ci sono letteralmente fiondato dentro e, senza dire una parola, mi sono messo a scartabellare tra le due scatole di CD presenti nel negozio.

Più vado avanti, più vedo cose che mi interessano, più ne tiro fuori fino a quando non mi rendo conto che sono un po’ troppi per l’idea di spesa che avevo, quindi faccio una selezione fino a quando, dai 15 CD che avevo tirato fuori, non ne rimangono 10 e poi li porgo al negoziante che, fino a quel momento, si stava beatamente facendo i fatti suoi.

Il negoziante prima mi guarda, poi fa una conta dei CD che ho preso, mi riguarda, rifà la conta e, guardandomi un’altra volta con occhi sgranati mi fa: “All these things?!?!?! THANK YOU!!! Let me give you a gift” e mi tira fuori una borsa con il logo dei Jazz Sabbath (trio che interpreta canzoni dei Black Sabbath in chiave Jazz, di cui avevo preso un CD), al che ringrazio per il regalo, pago ed esco.

Il bottino della razzia al temporary shop di Damian Wilson
Il suo spessore… ma c’è anche un intruso

E la borsa in regalo

I due diversi momenti “prima del concerto”.

Mentre il concerto a cui avrei assistito io sarebbe iniziato alle 20.30 (con apertura delle porte alle 19), quello a cui avrebbe assistito Marco, iniziava alle 13.30 con apertura porte alle 12. Erano all’incirca le 11.30 e la coda per entrare nella sala concerti era già significativa.

Cerchiamo, quindi, un posto dove andare a mangiare perché, visti gli orari a cui le cucine sono aperte, era meglio portarsi avanti col lavoro in attesa che, a mezzogiorno, si aprissero le porte del 013 Poppodium di Tilburg per far entrare le 3000 persone che avrebbero assistito allo show della domenica pomeriggio.

Mentre siamo a pranzo ci arriva una telefonata da Marco e Silvia che ci chiedono dove siamo e ci raggiungono poco prima che finissimo di mangiare quindi, mentre il mio amico va a mettersi in coda, io faccio ancora quattro chiacchiere con loro e poi, vedendo che il negozio in cui avevo fatto razzia il giorno prima era ancora aperto, decido di proporre loro di andarlo a vedere.

Dopo la visita al negozio, ci dirigiamo di nuovo verso la sala concerti e, lungo la strada, prima scopriamo che, in una piazzetta dove si trova uno dei locali di “cucina italiana” del posto, c’è anche un cartello direzionale che indica “Italy 1680 km”, cosa che ci fa sorridere, perché ci chiediamo a che punto dell’Italia si possa riferire quel cartello, visto che il confine Italiano più vicino a Tilburg è a meno di 1000 km di distanza. Poco dopo entriamo in un negozio in stile “tutto a 1 o 2 euro” già riempito con le cose per Halloween e, di lì a poco, li saluto augurando loro buon rientro, per poi tornare in albergo prima di raggiungere di nuovo Marco alla sala concerti (con il fatto che l’albergo in cui eravamo era situato tra gli 1,5 ed i 2 km dai luoghi di interesse, in quei giorni ci siamo sempre mossi a piedi e, quando poi siamo rientrati a casa il giorno dopo, mi è rimasta la sensazione di avere le “gambe di legno” per almeno 2 giorni).

Nelle ore precedenti il concerto della sera capitano ancora queste cose:

  • mentre sto uscendo dall’albergo per andare a raggiungere Marco, trovo in strada ad un semaforo un’altra coppia di Italiani venuti per il concerto (Paolo e Patty) e ci si mette a chiacchierare un po’ quando, nel tragitto, vengono fermati da una vecchietta che, incuriosita, si mette a far loro domande in Olandese che vengono prontamente tradotte in Inglese da una donna più giovane
  • Raggiunto Marco in un locale riusciamo, per la prima volta, a farci tradurre i menù dall’Olandese all’Inglese e quindi riusciamo anche a mangiare qualcosa di diverso da Hamburger conditi in vari modi con contorno di patatine fritte (io ho preso una sorta di stufato cucinato a fuoco molto lento che mi ha soddisfatto parecchio)
  • Tornati verso la sala concerti, accompagno Marco al temporary store di Damian Wilson e vedo un CD di Damian Wilson intitolato “Thank you – The Holdswoth Session”. Guardo, vedo che il prezzo è di 10 euro e, pensando “per 10 euro sto ancora pienamente nel budget” e quindi lo prendo!
L’Intruso dello spessore della prima razzia…
…viene rivelato

Ormai manca poco all’apertura delle porte e la coda si snoda dall’ingresso del teatro fino alla fine di una via parallela

Su consiglio di Marco, stiamo vicini all’ingresso del teatro così da aspettare che la coda defluisca per poi entrare senza scarpinare troppo.

Sta arrivando il momento del concerto… e per questo ci sarà un altro post.

1 risposta »

Scrivi una risposta a heikestzipa Cancella risposta