In tutto questo, però, ho cercato di lasciar trasparire il meno possibile per quanto riguarda il quanto l’incendio mi avesse colpito, perché mi sono reso conto di quanto questo avesse ferito molto di più mia moglie, portandole via, oltre che molti oggetti, anche molti ricordi per lei importanti. Per questo ho cercato di non buttar fuori le mie angosce o le mie preoccupazioni di quel momento, da una parte per evitare di aggiungerle stress e negatività in un momento che ne era già assolutamente carico, e dall’altro per lasciare che fosse lei a potersi sfogare, per alleggerire il carico che aveva addosso, anche se la cosa non è stata molto facile, e mi rendo conto di aver avuto alcuni sprazzi di forte irritabilità, come non capitava da un po’.
In questi mesi abbiamo vissuto anche alcuni momenti piuttosto tesi, per via della stanchezza che cresceva sempre più, a fronte di una situazione in cui sembrava, anche a causa di parecchie inefficienze esterne, che la fine non dovesse arrivare mai. Sono stati momenti in cui ci siamo trovati a sbroccare ciascuno dei due nei confronti dell’altro, ma alla fine ne siamo venuti fuori. Giusto questo mercoledì (8/7/2015), infatti, siamo riusciti di nuovo a dormire in quella che è camera nostra e sappiamo che mancano solo alcuni ritocchi marginali, più lo svuotamento di una dozzina di scatoloni, per chiudere definitivamente il capitolo “lavori in casa”.
Come ho detto all’inizio, questi sono stati mesi molto duri, ma sono anche stati mesi in cui siamo riusciti, oltre alla ristrutturazione, a realizzare compiutamente il “progetto casa” che avevamo in mente quando siamo entrati qui, ma che in quel momento noi non si era riusciti a far fare, e oggi casa nostra è quella che noi volevamo che fosse.
In questi mesi le sensazioni più brutte, me le hanno date l’odore di fumo, che nei primi mesi impregnava ogni singola cosa, e il trovarsi di colpo, anche verso marzo – aprile, le mani sporche di fuliggine per aver toccato qualcosa in casa (cosa che mi rimandava alle prime settimane post incendio, dove lo sport della casa era proprio il lavaggio mani). Infine, una delle cose che so essere pesata molto a entrambi è stato il fatto che non ci sentivamo più liberi di invitare e di accogliere gli amici come facevamo prima perché, se da una parte c’era comunque la voglia di ospitarli come sempre, dall’altra c’era la sensazione di avere la casa che non era in condizione per poter accogliere gli amici come noi volevamo.
In questi mesi la mia ferita è stata data dal fatto che non ero nelle condizioni per aiutare mia moglie come avrei voluto; la mia guarigione è stata il vedere casa nostra riprendere forma, e mia moglie risollevarsi dalla tensione e dalla stanchezza; la mia cicatrice e il sapere che mia moglie, a causa di questo periodo, è peggiorata di salute, anche se continua a vivere sorridendo e gioendo di ogni cosa bella che le capita.
Ma da oggi si riparte. La casa in cui abitiamo è tornata ad essere Casa Nostra, con i suoi suoni, le sue luci e i suoi colori, e noi possiamo finalmente lasciarci alle spalle il fardello della tensione e della paura di non essere in grado di superare il periodo che l’incendio ci ha costretto ad affrontare.
Siamo noi, siamo ancora vivi e siamo tornati ad essere quello che eravamo.
A presto.
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